storie di ordinariafollia
brevi fabulazioni di chi tende a dare realtà alle creazioni della propria fantasia
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Videogames
Mi fa ridere, bestemmiare. Trovare la soluzione di un mistero attraverso l’ironia a scorrimento orizzontale di pagine che nascondono interazioni nel fascino di personaggi ridicoli ed irripetibili. Mi fa sudare. Annientare tutti i nemici che arrivano sempre in maggiore numero nell’irrefrenabile scorrimento verticale che affolla figure che devono scoppiare e sparire fino al boss, e […]
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il tesoro nel fondo del Chienti
Il primo non stava mai fermo un moscerino della frutta alimentato a pile atomiche e finiva con un piede nell’acqua e perdeva una scarpa sporco, sempre sorridente con l’imperativo assoluto di non essere da meno. Il secondo era carino delicato come bandiera di panna sulla cima di una torta di Pisa e intrecciava la […]
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vinile adolescentrico
Mangiava vinile, Eraldo il lunedì mattina e sapeva che non avevamo una lira. Adolescentrici maceratesi figli del borgocentrismo, appesi ad un campanile muto. Mangiava vinile, Mario il venerdì sera e sapeva che non avevamo una lira. Adolescettanti maceratesi nipoti dei fiori, illesi da una rivoluzione sconosciuta. Qualche volta facevo colletta durante lo struscio del corso […]
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la carrozza gialla di mezzanotte
Mezzanotte e sei sola in mezzo alla strada nella macchina senza benzina di un amico e viene un gendarme che ti chiede cose strane alle quai non sai rispondere e ridi per non piangere. Mezzanotte e sei sola in mezzo alla strada in un corpo enorme che funziona da solo anche senza di te […]
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quando distribuirono l’intelligenza
Io c’ero e non dormivo osservante ribelle osservavo. Alle mie spalle il camaleonte chiese di passare davanti e non vidi differenza per dire di no. Io c’ero e non dormivo. Alle mie spalle una donna dalla pelle molto chiara, a seno scoperto, chiese di passare davanti e non ebbi sentimento per dire di no. C’ero […]
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summer on a solitary bit
Passavo pomeriggi ad ascoltare dischi. Un angolo dell’immenso salone di marmo dove c’era l’impianto di alta fedeltà nel suo autoritario mobiletto; il divano, due poltrone e sopra al tappeto di pelle di vacca il tavolino di vetro infrangibile. Passavo pomeriggi interi seduto ad ascoltare dischi e sognare. Era il vinile. Segnali dal futuro, su microsolchi […]