un moscerino della frutta alimentato a pile atomiche
e finiva con un piede nell’acqua e perdeva una scarpa
sporco, sempre sorridente
con l’imperativo assoluto di non essere da meno.
Il secondo era carino
delicato come bandiera di panna sulla cima di una torta di Pisa
e intrecciava la lenza tra rami impossibili
calmo, sempre interrogativo
con l’imperativo assoluto di non essere alla mano.
Il terzo ero io
chiacchierone ridanciano fabulatore contromano
e parlavo e parlavo e parlavo e parlavo
vispo, sempre ironico
con l’imperativo assoluto di essere umano.
E poi c’era il Grande Pescatore
che ancora urla: ma non lo vedi che hai un piede in acqua?
ma come cazzo hai fatto a intreccia’ lassù?
ma tu non pigli fiato mai?