belli quaderni

Andare a mangiare in pizzeria era un evento straordinario, a quei tempi. Qualcosa per cui bisognava lavarsi pure dietro le orecchie ed essere educati. Si andava sempre con qualcuno, per stare assieme; con gli zii.

Per evento straordinario intendo dire tanto che era raro, diciamo una volta all’anno? E che era eccitante; ed io leggevo la lista del menù fino agli articoli di coda, fino all’aiuto regista, fino ai ringraziamenti, fino agli affini.

Già sapendo che avrei scelto la pizza Quattro Stagioni.

Attraverso eliminatorie, dopo attente valutazioni, dibattiti, sondaggi. Ogni me stesso alzava la mano per dire la sua.

La pizza Quattro Stagioni ha tanti ingredienti nel condimento e sono disposti nei relativi settori.

Prosciutto cotto e carciofini, per una primavera troppo veloce.

Acciughe per l’estate.

Funghi e nostalgia per l’autunno.

Cosa rimane? Baci per l’inverno.

Anche nel mangiare la pizza seguivo un criterio seppure ordinatorio. Cominciavo con la parte che meno preferivo e mi tenevo per la fine quella che ritenevo la migliore.

Forse perché il dolce arriva a fine pranzo?

Questo mi faceva mangiare i carciofini caldi e la salsiccia fredda.

E poteva capitare che arrivavo alla parte migliore, quella tenuta per la fine, che non avevo più fame.

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